Implantologia nel paziente in età avanzata (geriatrico)

protesi su impianti
28 Set 2017

Implantologia nel paziente in età avanzata (geriatrico)

In Europa dal 1950 a oggi la popolazione degli ultrasessantenni è aumentata dal 12,9% al 16,82% e nello stesso periodo il numero di soggetti con oltre 80 anni è passato dall’1% al 5,3%. In Italia, invece, i cittadini con più di 60 anni sono passati dal 14% del 1961 al 18,8% del 1986 e al 28,3% di oggi, mentre la popolazione più giovane, con meno di 15 anni, è diminuita dal 24% del 1961 al 19% del 1986 e al 14% di oggi. Le proiezioni per il 2038, supponendo costante la natalità attuale, prevedono una percentuale di soggetti con età superiore a 65 anni pari al 39,2% della popolazione1.

Il clinico deve quindi fronteggiare un crescente numero di soggetti che si possono inquadrare come paziente adulto-geriatrico che, per caratteristiche relative all’età, spesso necessita di un’attenta valutazione di carattere medico, volta a valutare la salute generale e orale in relazione al piano di trattamento e alla terapia odontoiatrica che si vorrebbe eseguire.

La letteratura internazionale dimostra che il ripristino dell’equilibrio dell’apparato stomatognatico in questi soggetti determina il miglioramento delle condizioni di salute generale e della qualità della vita in termini di soddisfazione del paziente quali: estetica, fonetica, funzione masticatoria e posturale2-5. A fronte di queste considerazioni, l’utilizzo di protesi ritenute da denti o impianti permette al clinico di superare le problematiche connesse con la protesi totale convenzionale, che spesso crea disagi ai pazienti, accelera il fisiologico processo di invecchiamento del terzo medio e inferiore della faccia, influisce sulle funzioni masticatorie e sulla scelta qualitativa dei cibi, quindi dei fattori nutrizionali. In particolare, numerosi lavori scientifici hanno dimostrato come tra le cause di mioartropatie del sistema masticatorio (disturbo funzionale del sistema masticatorio con dolore, cefalea e limitazione dei movimenti mandibolari) si segnala l’assenza di un numero di cinque o più elementi dentari nei settori posteriori6-8.

Mericske-Stern e Zarb12 hanno trattato un gruppo di 59 pazienti anziani con protesi removibili supportate prevalentemente da 2 impianti, con una percentuale elevata di condizioni compromesse nella salute del campione trattato. A 5 anni lo studio longitudinale ha riportato un successo del 90%. Jemt13 ha analizzato un gruppo di 48 pazienti tutti oltre gli 80 anni, con 254 impianti inseriti: la percentuale cumulativa di successo è risultata alla fine del 96,2%.

 

 

 

Zarb and Schmitt14 hanno trattato 20 pazienti anziani con età compresa tra 60 e 76 anni, con 89 impianti collegati a 15 protesi fisse e 5 rimovibili. Con un follow-up variabile tra 2 e 10 anni, il 94% degli impianti risultava osteointegrato. Cordioli et al.15 hanno analizzato il successo di soluzioni rimovibili ancorate a un singolo impianto. Sono stati coinvolti 21 pazienti con età compresa tra 67 e 86 anni, già portatori di protesi mobile da più di 15 anni. Nessun impianto è stato perso durante un follow-up di 5 anni.

Roynesdal et al.16 hanno analizzato il successo di tre differenti impianti inseriti in zona intra-foraminale in 15 pazienti con età compresa tra 65 e 80 anni. Nessun impianto è stato perso con un follow-up di 3 anni.

protesi su impianti

L’utilizzo di impianti osteointegrati nei pazienti geriatrici è risultata una scelta terapeutica in grado di ottenere percentuali di sopravvivenza e successo compatibili a quelle rilevate in letteratura per soggetti di età meno avanzata. Alla luce di questi dati, l’opzione impianti osteointegrati deve essere sempre presa in considerazione quale strumento affidabile per migliorare la qualità di vita nel paziente adulto geriatrico affetto da edentulia parziale o totale.

fonte: http://www.ildentistamoderno.com/osteointegrazione-nel-paziente-geriatrico

 

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